Tutto quello che devi sapere sull’hotboxing

Tutto quello che devi sapere sull'hotboxing

Pubblicato il: 25/08/2024

QUESTE SONO LE CONSEGUENZE DELL’USO DELLA MARIJUANA IN UN LUOGO SENZA VENTILAZIONE

Se hai deciso di aprire questo articolo significa che anche tu fai parte di quel gruppo di curiosi che vorrebbero saperne di più sull’hotboxing, giusto?

Dovete sapere che, se fatta inconsapevolmente, questa pratica può essere molto pericolosa perché c’è il rischio che i sensi di chi si trova nella stessa stanza vengano offuscati, anche se non hanno fumato.

Il che, ovviamente, non sarebbe il massimo.

Pertanto, in questo articolo parleremo del fenomeno dell’hotboxing e delle sue possibili conseguenze sia per i fumatori che per i non fumatori di marijuana o cannabis CBD (nota anche come gocce di olio CBD).

Hai già l’impressione che questo articolo faccia al caso tuo?

Iniziamo!

Dietro il THC: informazioni cruciali sulla cannabis e sulla salute dalla Johns Hopkins University

Nella pratica di fumare marijuana, il fumo diventa un elemento centrale. I fumatori cercano esperienze uniche, sia in una stanza chiusa, in un’auto o anche in un sottomarino, dove la lancetta dei secondi del fumo diventa parte dell’avventura. La qualità dell’erba, il metodo di consumo e la ventilazione dello spazio sono considerazioni importanti per chi cerca uno sballo specifico. Alcuni preferiscono la vaporizzazione, un metodo che ha guadagnato popolarità nella comunità dei consumatori di cannabis.

Le informazioni sul THC e sui cannabinoidi sono fondamentali per comprendere gli effetti collaterali e i benefici per la salute associati al consumo di cannabis. La Johns Hopkins University, nota per il suo approccio scientifico, potrebbe avere studi che spiegano le conseguenze dell’uso a lungo termine. L’esposizione a determinati ambienti, come le tende calde, può influenzare i punteggi di esperienza poiché il rituale del fumo diventa parte di una sessione di gruppo o individuale.

Le origini dell'hotboxing con Erodoto

Le origini dell’hotboxing con Erodoto

Molto tempo fa, intorno al 450 aC, esisteva un greco di nome Erodoto, oggi conosciuto come il padre della Storia. Storico e geografo, Erodoto scrisse le “Storie”, un resoconto dettagliato delle guerre greco-persiane che contrapposero i greci al potente impero della Persia quando Ciro il Grande conquistò la regione della Ionia.

Come storico e geografo, è naturale che Erodoto viaggiasse molto.

È noto che una volta viaggiò nel nord della regione della Scizia alla ricerca di una pianta misteriosa chiamata marijuana e lì trovò una tribù nomade di commercianti dei monti Altai nella Siberia meridionale. Erodoto apprese che gli Sciti, oltre ad usarla per realizzare tappeti, vestiti e corde, usavano la marijuana anche per le sepolture.

Infatti, il rituale del lutto aveva lo scopo di purificare e purificare il corpo e lo spirito: le persone si riunivano in una tenda sigillata, accendevano un fuoco al centro e bruciavano marijuana per piangere la perdita di un membro della loro tribù fino a quando il fumo non si fosse completamente dissipato.

Già, ok, ma ora ti starai chiedendo cosa c’entra tutto questo con l’hotboxing, vero?

Lo scopriremo nel prossimo paragrafo.

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Erodoto e gli Sciti: uno sguardo mistico al consumo di marijuana come rito culturale

Attraverso i blog in spagnolo, alcune persone condividono consigli su come consumare e luoghi in cui godersi l’erba. Il corpo e la mente sperimentano effetti diversi e i modi in cui le sostanze interagiscono possono variare. Gli Sciti, secondo Erodoto, praticavano il consumo rituale di cannabis, il che dimostra che questa pratica ha radici storiche. In definitiva, la marijuana è una nuvola che avvolge le persone in un’esperienza unica ogni volta che decidono di avventurarsi in questa pianta.

Cosa si intende per hotboxing?

Quando fumi erba, ingerisci cannabinoidi e terpeni che contribuiscono alla sensazione che molti chiamano “sballo”.

Nello specifico, questi elementi vengono attivati ​​dal calore e trasformati in fumo che li distribuisce in tutto il corpo.

Ma che dire del resto del fumo?

In teoria, anche il fumo che viene espirato e quello che viene rilasciato naturalmente dalla punta dello spinello o del blunt dovrebbero contenere cannabinoidi.

Questo è il motivo per cui alcuni ricorrono all’“hotboxing”, per non sprecarli. Inalando il fumo (di hashish, ad esempio) in una stanza poco ventilata, si ritiene che si possa creare una vera e propria “sauna alla marijuana” e, di conseguenza, ottenere una sensazione di “high” più forte, perché i cannabinoidi non vengono assorbiti perdere.

Ma le cose stanno davvero così?

Hotboxing: esplorare l’intensità dell’uso di marijuana in spazi chiusi

Nella cultura della cannabis, il termine “hotboxing” è diventato una pratica comune tra i fumatori in cerca di un’esperienza intensa. Consiste nel fumare marijuana in uno spazio piccolo e chiuso, come un’auto o una stanza, per massimizzare la concentrazione del fumo. Questa forma di consumo porta all’esposizione diretta al fumo passivo, creando un ambiente saturo di cannabinoidi, come il THC, attraverso la marijuana legale che può avere notevoli conseguenze sull’esperienza e sugli effetti collaterali percepiti.

Le informazioni sull’hotboxing sono state ampiamente diffuse attraverso blog in lingua spagnola, dove i fumatori condividono consigli sulla qualità dell’erba, sui metodi di consumo e sui modi per migliorare la ventilazione in piccoli spazi. La Johns Hopkins University, come riferimento accademico, potrebbe disporre di studi sulle possibili implicazioni sanitarie di questa pratica, poiché il consumo di cannabis continua ad essere un argomento di studio in continua evoluzione.

Rituali condivisi: Hotboxing come avventura sociale ed esperienza unica

L’esperienza dell’hotboxing va oltre l’aspetto fisico; Diventa un’avventura condivisa tra fumatori. I punteggi delle sessioni variano a seconda del luogo, della qualità dell’erba e del metodo di consumo. Alcuni fumatori considerano l’hotboxing un rituale, un modo unico per connettersi con l’erba e altre persone. L’esposizione costante al fumo in uno spazio chiuso crea una densa nuvola che avvolge i partecipanti, contribuendo all’unicità dell’esperienza.

Gli Sciti, citati dallo storico Erodoto, praticavano rituali con la pipa, stabilendo un legame storico con il modo contemporaneo di consumare cannabis. Anche la qualità del materiale e il modo in cui l’effetto viene vissuto sono aspetti chiave in questa pratica. Attraverso l’hotboxing, alcune persone trovano un posto in cui fuggire e rilassarsi, creando un ambiente unico per esplorare i diversi modi in cui le sostanze influenzano il corpo e la mente.

In alcuni casi, l’hotboxing diventa un esperimento sociale, in cui le persone condividono storie, cibi ed esperienze uniche. Attraverso questa pratica si stabilisce un resoconto collettivo di momenti condivisi, creando un gruppo unito dalla connessione unica che l’hotboxing offre in luoghi specifici. In definitiva, questa forma di consumo va oltre i metodi convenzionali, diventando una vivace scena culturale che continua ad evolversi attraverso nuove forme, luoghi e avventure.

L’hotboxing ti fa davvero sballare? Questo è ciò che suggerisce la ricerca

Forse gli Sciti non assumevano droghe con il pretesto di sballarsi, ma le persone nel 21° secolo lo fanno.

Ma funziona veramente?

Circa sette anni fa, la Johns Hopkins School of Medicine ha condotto una ricerca sugli effetti della ventilazione ambientale sui non fumatori esposti al fumo passivo di marijuana.

Lo studio consisteva nel mettere insieme per un’ora sei fumatori e sei non fumatori all’interno di una camera trasparente in materiale termoplastico e alluminio, con l’obiettivo di ricreare l’effetto dell’hotboxing. Ad ogni partecipante che fumava sono stati dati dieci spinelli contenenti un grammo di marijuana con un contenuto di THC dell’11,3% e gli è stato chiesto di fumare deliberatamente.

Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a due forme di esposizione: ventilata e non ventilata.

La ricerca ha dimostrato che l’esposizione al fumo passivo in condizioni non ventilate ha prodotto livelli rilevabili di THC nel sangue e nelle urine dei partecipanti non fumatori. Secondo il ricercatore è stato registrato anche quanto segue

L'hotboxing con la cannabis ti fa davvero sballare?

  • lievi aumenti della frequenza cardiaca
  • effetti fisiologici e soggettivi da lievi a moderati;
  • lieve compromissione in un compito che richiede abilità psicomotorie e memoria di lavoro.

D’altra parte, l’esposizione in condizioni ventilate ha prodotto livelli molto più bassi di cannabinoidi nel sangue, quindi possiamo concludere che fumare marijuana di seconda mano non ha prodotto effetti sedativi, non ha compromesso le prestazioni e non è risultato positivo ai test delle urine.

Sembra che l’hotboxing funzioni in circostanze estreme, senza ventilazione.

Ciò significa che bisogna fare molta attenzione: se si decide di acquistare CBD, è importante essere consapevoli delle possibili conseguenze degli effetti sui non fumatori in un ambiente chiuso con scarsa ventilazione.

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Esplorando l’hotboxing: esposizione al fumo, connessione sociale, esperienze intense e avvertenze per la salute

Il fenomeno dell’hotboxing, sebbene storicamente radicato in pratiche rituali come quelle degli Sciti, si è evoluto nella cultura contemporanea della cannabis come una forma unica di connessione sociale ed esplorazione di esperienze intense. Tuttavia, i risultati di recenti ricerche, come quella condotta dalla Johns Hopkins School of Medicine, mettono in guardia sulle possibili conseguenze dell’esecuzione di questa pratica in luoghi senza ventilazione.
L’esposizione al fumo di marijuana in spazi chiusi, senza un’adeguata circolazione dell’aria, può colpire i non fumatori, determinando livelli rilevabili di THC nel sangue e nelle urine, nonché effetti fisiologici e soggettivi. Questi risultati suggeriscono che l’hotboxing può avere conseguenze significative, anche in termini di prestazioni psicomotorie e memoria di lavoro, per coloro che non sono direttamente coinvolti nel consumo.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo parlato dell’hotboxing, un fenomeno grazie al quale, inalando passivamente il fumo di marijuana in un luogo privo di ventilazione, si possono ottenere effetti molto più forti.

Pertanto, la pratica dell’hotboxing, sebbene possa essere percepita come un’avventura sociale e unica, richiede cautela e considerazione, soprattutto in ambienti in cui la ventilazione è limitata. Con la continua evoluzione della ricerca sulla cannabis, è essenziale essere informati sulle potenziali implicazioni sulla salute e agire in modo responsabile quando si partecipa a queste esperienze. In definitiva, la decisione di esplorare l’hotboxing deve essere accompagnata da una chiara comprensione dei suoi rischi e da una considerazione del benessere di coloro che potrebbero essere involontariamente esposti al fumo di marijuana.

In ogni caso, ribadiamo l’importanza di utilizzare marijuana in modo coscienzioso e, soprattutto, di acquistarla solo da rivenditori autorizzati e certificati come Justbob, il portale italiano che offre marijuana CBD della migliore qualità e a norma di legge.

Ti aspettiamo da Justbob, a presto!