Modificato il: 22/04/2024
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La marijuana legale e classica si ottiene dalle foglie essiccate della canapa femmina: infatti la pianta di cannabis è dioica cioè ha due generi ben distinti, il maschio e la femmina.
Molto spesso si usano i maschi per incrociare ed impollinare le piante femmina e dai semi di marijuana si ottiene una nuova varietà di pianta differente da quelle maschio e femmina che le ha create. Per diverse si intende con diversi principi attivi.
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Il più conosciuto principio attivo della marijuana è il THC ma non è da sottovalutare neanche il CBD.
I due possono essere più o meno presenti a seconda della varietà della pianta: nella classica il THC è elevato, nell’erba legale la percentuale è molto bassa (mentre il CBD è presente in grosse quantità).
Devi sapere infatti che negli ultimi anni molte varietà di cannabis e marijuana trattate nel giusto modo e con delle percentuali previste dalle leggi sono state legalizzate in molte parti del mondo.
La loro legalizzazione è stata resa possibile grazie a delle ricerche mediche che hanno evidenziato molte qualità curative e terapeutiche per diverse patologie.
Le patologie più importanti e conosciute che grazie all’intervento della cannabis vengono curate o comunque alleviate sono le seguenti:
- l’epilessia,
- i disturbi psichiatrici come ad esempio la depressione,
- la sclerosi multipla,
- l’anoressia essendo questa pianta un forte stimolante dell’appetito,
- il glaucoma,
- l’asma grazie ai suoi effetti broncodilatatori
Inoltre nell’Alzheimer rallenta la progressione della malattia e nel Parkinson ne allevia i sintomi.
Esistono tre grandi varietà di marijuana e quindi anche di marijuana: si differenziano sia per la concentrazione di principi attivi sia per la diversità della pianta.
Le tre varietà di cannabis prendono il nome di sativa, indica e ruderalis.
Tipologie di cannabis
SATIVA
La canapa sativa è coltivata soprattutto per uso tessile, per uso edile e per la produzione di carta.
Anche in questo tipo di canapa, anche se non in grande quantità, sono presenti le sostanze stupefacenti e i principi attivi. Le piante di canapa sativa possono arrivare fino ad un altezza di cinque metri e presenta foglie con una lunghezza fino a 10 centimetri.
INDICA
La canapa indica, conosciuta anche con il nome di canapa indiana, non si discosta molto dalla canapa sativa per gli usi che se ne fanno.
Però la pianta, le foglie e la percentuale di sostanze stupefacenti e principi attivi che contiene sono molto differenti tra le due tipologie di canapa.
RUDERALIS
La canapa ruderalis è stata scoperta e studiata per la prima volta all’inizio del 1900 e le sue piante sono state trovate per la prima volta nella Russia centrale.
La cannabis ruderalis è molto bassa e le sue foglie molto più piccole della canapa sativa e di quella indica.
Rispetto agli altri tipi di canapa, questa pianta riesce a crescere in un clima rigido e può essere anche infestante se non ha altre piante vicine.
La sua percentuale di THC è molto bassa e il suo utilizzo è per la maggiore quello di incrociare gli altri due tipi di canapa per ottenerne un tipo che racchiuda le principali caratteristiche dei due incrociati, lasciando sempre la canapa sativa o quella indica come predominante.
Differenze tra tutti i tipi di marijuana
Le differenze sostanziali tra la Marijuana sativa e la Marijuana indica possono essere molte.
Eccole di seguito elencate.
Morfologia delle varie tipologie di marijuana
La prima differenza che ci colpisce subito, se dovessimo averne la possibilità di vederla, è proprio la pianta.
La cannabis sativa ha una pianta molto alta, leggermente ramificata, con le foglie molto strette e di colore più chiaro, la cannabis indica ha la pianta molto più bassa, è densamente ramificata e presenta foglie più larghe.
La Marijuana sativa è sempre coltivata all’esterno anche per la grandezza della pianta stessa mentre la Marijuana indica è possibile anche coltivarla all’interno.
Effetti dei diversi tipi di cannabis
Gli effetti dei due tipi di Marijuana sono molto differenti.
La Marijuana sativa ha un effetto ravvivante, risveglia la creatività e a volte può avere effetti allucinogeni.
La Marijuana indica invece ha un effetto rilassante e calmante, produce un rilassamento muscolare estremo con una comparsa di tremolio e formicolio di alcune parti del corpo. Viene consigliata per l’uso notturno.
Origine geografica delle due piante
Un’altra differenza che si può avere tra i due più grandi gruppi di Marijuana è l’origine geografica.
La Marijuana sativa viene indicata come da un origine europea mentre la Marijuana indica o indiana, come dice anche il nome, ha un’origine indiana e quindi orientale.
Genetica delle piante di marijuana
L’ultima importante differenza tra i due tipi di Marijuana è quella genetica, da cui dipende la produzione di THC e CBD.
Le piante di cannabis che producono più THC sono le piante considerate sative mentre le piante che producono percentuali più alte di CBD sono quelle di canapa indica.
Il genere delle piante di cannabis
Come abbiamo accennato in precedenza le piante di canapa possono essere di genere maschile o di genere femminile.
Queste sono praticamente identiche nelle prime sei settimane di vita, dopodiché prendono la loro identità e possiamo riconoscerle e separarle per evitare l’impollinazione (e quindi variare i suoi valori di THC).
Pianta di marijuana maschile
La Marijuana maschio si differenzia dalla femmina per i suoi steli più spessi in quanto la pianta risulta essere alta e lo stelo deve poter sostenere il peso.
Inoltre la pianta maschio ha poche foglie rispetto alla femmina.
Questa pianta nei punti di giunzione tra gli steli e il gambo principale forma delle palline. Una volta maturate, le palline diventeranno dei fiori che rilasceranno il polline per andare ad impollinare la pianta femmina.
Se non trova nelle vicinanze una pianta da impollinare produce dei semi.
Solitamente per garantire un buon raccolto queste palline vengono tolte dalle piante. Se invece il nostro scopo è far riprodurre la pianta o creare degli incroci dobbiamo lasciare i fiori attaccati.
Questa pianta si coltiva soprattutto per la produzione di semi perché le foglie hanno un contenuto di THC e di CBD molto esiguo. Questo comporta che la coltivazione va sempre fatta lontana dalle piante di Marijuana femmina.
Pianta di marijuana femminile
La pianta di Marijuana femmina rispetto a quella maschio anche alla vista è molto diversa.
Guardandola sembra molto più delicata proprio come una donna; i suoi steli sono molto più sottili, la pianta più bassa e le fogli in numero molto maggiore rispetto alla pianta maschio.
La pianta di Marijuana femmina presenta nella ramificazione degli steli dei baccelli a forma di goccia e pieni di peluria traslucida.
Praticamente li troviamo nello stesso punto in cui nel maschio troviamo le palline con il polline, ma in questo caso questi baccelli non sono dannosi per la pianta femmina.
La pianta femmina è l’unica che riesce a produrre il THC e il CBD, ma solo se non viene impollinata.
Conclusioni
Dopo aver letto questo articolo siamo certi che tu abbia le idee molto più chiare sui vari tipi di cannabis, tutte le tipologie della pianta e le loro differenze.
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