La cannabis è davvero un vasodilatatore? Ecco come stanno le cose

La cannabis è davvero un vasodilatatore?

Modificato il: 22/04/2024

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Le domande che girano attorno all’argomento cannabis e cannabis light ed i loro effetti sono veramente tante.

Tra i tanti quesiti però, abbiamo notato che tante persone si chiedono se la cannabis sia un vasodilatatore.

Come stanno le cose? Se la risposta è sì, che effetti può avere sull’organismo?

In questo articolo vogliamo rispondere a queste curiosità, prendendo come esempio alcuni studi e chiarendo le differenze degli effetti della cannabis con alta percentuale di THC e l’erba light.

Cannabis vasodilatatore: ecco da dove nascono i quesiti

Cannabis vasodilatatore: ecco da dove nascono i quesiti su questo argomento.

Se tante persone si chiedono se l’assunzione della cannabis possa avere effetti vasodilatatori, c’è sicuramente una spiegazione.

L’origine di questa domanda parte dal fatto che tante persone dopo aver assunto canapa sativa hanno avvertito un’accelerazione del battito cardiaco e l’arrossamento degli occhi.

Effettivamente questi sono i tipici effetti del THC, la sostanza psicotropa naturalmente contenuta nella canapa.

Dunque sì, la cannabis è un vasodilatatore, e di seguito ti spieghiamo da che cosa derivano gli altri effetti.

Dopo aver assunto marijuana (con THC e non marijuana legalele pareti delle vene si espandono, l’organismo recepisce questa informazione e fa sì che il cuore batta più velocemente per compensare la minore pressione di sangue nelle arterie.

La vasodilatazione inoltre, rende più visibili i capillari degli occhi, che allargandosi danno forma al tipico colorito rossastro di chi consuma il prodotto.

Naturalmente più il contenuto di THC è alto e più gli effetti potrebbero essere amplificati, mentre per quanto riguarda la canapa light, il cui valore di THC per legge non deve superare l’ 1%, questi effetti non sono visibili.

C’è da dire inoltre che è stato riscontrato che l’uso ripetuto di marijuana ad un certo punto fa sì che la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna non si alzino più, come se l’organismo dopo un po’ di tempo si abituasse ai cambiamenti provocati dai suoi processi chimici.

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Test di laboratorio: gli effetti del THC sull’ipertensione.

Per riuscire a capire meglio il comportamento della cannabis sul sistema circolatorio, in alcune zone del mondo sono stati effettuati dei test differenti, alcuni sugli animali e altri sugli umani.

In particolare si è voluto studiare in che modo la canapa, grazie al suo potere vasodilatatore, potesse influire sui soggetti ipertesi.

Infatti oggi in medicina per curare gli stati acuti di ipertensione vengono utilizzati proprio dei farmaci vasodilatatori, ed è stato curioso capire in che modo il THC della pianta potesse intervenire in questo senso.

Prima di proseguire vogliamo specificare che gli studi si sono concentrati proprio su questa componente (THC), e non sulla totalità della pianta, dunque per ovvi motivi le categorie di canapa legale sono state escluse.

Ma ecco che cosa è stato scoperto grazie ai test di laboratorio.

Qualche anno fa dei ricercatori hanno deciso di iniettare il THC sui topi, per studiare gli effetti sulla loro pressione.

Test di laboratorio: gli effetti del THC sull’ipertensione

Dai dati è emerso che la somministrazione di questa sostanza inizialmente portava ad un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, e solo dopo due settimane i valori di questi due parametri si abbassarono.

Naturalmente sono stati sviluppati anche tanti altri studi sugli umani, tra cui il progetto CARDIA (Coronary Artery Risk Development in Young Adults) realizzato a San Francisco, che ha analizzato per ben 15 anni i dati relativi a 3.500 adulti. Questo studio si è concluso sostenendo che tra il consumo di marijuana e l’aumento di rischio di ictus o attacchi di cuore non sembra esserci correlazione.

Alla Harvard Medical School invece, è stato dimostrato che gli anziani subito dopo il consumo di THC avevano una maggior probabilità di andare incontro ad attacchi di cuore, e che i parametri tornano alla normalità dopo due ore.

Insomma, ogni studio è arrivato a delle conclusioni che non sembrano essere proprio omogenee, e il fatto probabilmente è da ricondurre al fatto che gli studi si sono concentrati solo sul THC e non sulla pianta nella sua totalità.

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La cannabis è un vasodilatatore: in conclusione.

Dunque sul fatto che la cannabis ad alto contenuto di THC sia un vasodilatatore non ci sono dubbi, ciò che invece non è chiaro è che cosa potrebbe comportare il consumo di questa sostanza su alcune persone.

Probabilmente nel corso delle prossime ricerche si otterranno dei risultati più precisi, magari analizzando anche tutti gli altri componenti della pianta, CBD compreso.

L’obbiettivo ora è proprio questo, conoscere meglio gli effetti della marijuana in tutta la sua totalità, facendo maggiore attenzione anche alle associazioni con l’alcool, il tabacco e altre sostanze o medicinali.

Per quanto riguarda l’erba legale invece, come già accennato, non sono stati riscontrati effetti legati alla vasodilatazione, perché il contenuto di THC è troppo basso per poter influire sul sistema circolatorio.

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