Modificato il: 22/04/2024
LA SCOPERTA DELLA MARIJUANA: LA PIANTA “STRAORDINARIA” CON OLTRE 10.000 ANNI DI STORIA.
La marijuana legale è un gran lusso dei nostri giorni: stiamo parlando della cannabis light, ovvero una pianta di canapa depotenziata a basso contenuto di THC.
Le infiorescenze di questa pianta hanno un alto contenuto di CBD ma sono prive di effetti psicotropi: insomma puoi avere tutti gli aromi originali della marijuana senza effetti collaterali negativi.
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Tutto ciò ovviamente è frutto di studi appositi sugli incroci genetici fatti nei tempi moderni, cosa che nell’antichità probabilmente non accadeva.
Ti sei mai chiesto chi ha scoperto la marijuana e da quanto tempo l’uomo conosca la cannabis e i suoi numerosi possibili utilizzi? La risposta a questa domanda sta nei prossimi paragrafi.
Le origini della cannabis
Le radici, in senso lato ma anche letteralmente, di questa famigerata pianta che è la canapa, vanno ricercate nel continente asiatico, dove si ritiene che essa sia nata, già nel Neolitico.
Le più antiche testimonianze di uso umano risalgono al 3000 a.C.: parliamo di resti di semi bruciati, ritrovati in Asia centrale, nel territorio dell’attuale Siberia e in alcune grotte della Romania.
Altre prove del suo utilizzo sono sparpagliate a piene mani nella storia di tantissimi popoli dei tempi antichi, tra cui gli Assiri, i Cinesi, gli Ariani, i Greci (non tanto nell’utilizzo ma nel commercio).
Erodoto, già prima dell’anno zero, scrisse che gli Sciti coltivavano e utilizzavano la pianta di cannabis, mentre alcune popolazioni mediterranee solevano buttarla nel fuoco e inebriarsi ai suoi profumi.
E’ molto probabile che la prima proprietà scoperta dall’uomo fu quella tessile: da migliaia di anni infatti le sue fibre vengono intrecciate per la produzione di tessuti.
Basti pensare alle vele delle navi degli antichi Fenici che erano appunto costituite da fibre di canapa sativa tessile.
In Asia e Medio Oriente essa veniva coltivata appunto già da millenni prima di Cristo, mentre il suo avvento in Europa, tramite commercio, fu soltanto qualche secolo prima dell’anno zero.
Il reperto più antico europeo è un’urna contenente semi e foglie, ritrovata a Berlino, che risale circa al 500a.C. e comunque più o meno da quell’epoca la sua coltivazione si diffuse nel vecchio continente.
In America invece pare che essa sia stata introdotta dalle colonizzazioni post-Colombo (1492 d.C.), anche se molti dubbi al riguardo restano in virtù di ritrovamenti in alcune tombe peruviane del 1500 a.C..
Leggi anche: Piante simili alla cannabis: i 5 più comuni sosia della marijuana
Ma chi ha scoperto la marijuana?
Abbiamo parlato nel paragrafo precedente delle prime apparizioni della cannabis nella storia dell’uomo, in particolare per le sue proprietà tessili e medicali, che ritroviamo in antichi testi cinesi.
Ma la tua curiosità è probabile che verta su un altro aspetto della questione, ovvero chi ha scoperto i suoi effetti psicotropi (che ti ricordiamo essere dovuti al THC, contenuto solamente in piccola percentuale nella marijuana legale, sotto l’ 1%).
Robert Spengler, ricercatore del Max Planck Institute, in collaborazione con l’Accademia della Scienza Cinese, ha condotto degli studi su dei bruciatori di incenso (500 a.C.) ritrovati nel cimitero di Jirzankal in Cina.
Tramite il metodo della spettrografia di massa sono state fatte della analisi sui componenti chimici ritrovati al loro interno ed è stato scoperto che essi contenevano resti di cannabis ad alto contenuto di THC.
E’ ritenuto dai ricercatori che la canapa venisse usata dalle popolazioni di questa zona montuosa a scopi religiosi, probabilmente per mettersi in comunicazione con i defunti.
Questo ti può far capire che ci fosse già della consapevolezza sugli effetti psicoattivi della cannabis, quindi possiamo datare a 2500 anni fa, circa, le prime testimonianze di questa coscienza.
Non è chiaro, tuttavia, se questi residui ritrovati nei bruciatori provenissero da piante selvatiche di canapa, che solitamente non hanno un alto contenuto di THC, o da piante coltivate.
In ogni caso, ad alte quote, le piante riescono a sviluppare maggiori percentuali di cannabinoidi (THC e CBD) grazie alla maggiore esposizione ad i raggi ultravioletti, quindi potrebbe anche trattarsi di cannabis selvatica.
La diffusione della cannabis in Europa
La pianta di cannabis ha antiche origini, circa 12.000 anni di storia comprovata da reperti scientifici ritrovati dall’uomo, in particolare in varie zone del continente asiatico.
E’ probabile che da qui, soprattutto grazie al traffico commerciale della “Via della seta”, la canapa sativa sia stata conosciuta ed importata da mercanti europei che si avventuravano oltre i propri confini.
In Italia per esempio le prime importazioni avvennero nelle Repubbliche Marinare, grazie appunto agli scambi commerciali di cui queste città vivevano.
In Europa la coltivazione della canapa ebbe molta fortuna, in quanto sia per clima che per tipologia di terreno molte aree (anche svizzere) si prestavano bene.
Il suo utilizzo era per lo più tessile, per la produzione di corde e tessuti ma anche carta, olio di semi, mangimi per animali e tanto altro.
La famosa Bibbia di Gutenberg, il primo libro in Europa ad essere stato stampato con i caratteri mobili, risalente al 1453, fu appunto di carta di canapa.
Nel ‘900 il suo utilizzo era ancora molto diffuso, anche in virtù delle grandi guerre, per le quali la cannabis, insieme ad altre piante, veniva utilizzata per la produzione di ordigni esplosivi a base di nitrocellulosa.
Scopi più nobili vennero perseguiti da Henry Ford, che negli anni ’30 lanciò il prototipo della Hemp Body Car, un’automobile costruita parzialmente in fibra di canapa e che usava etanolo di canapa come carburante.
Leggi anche: Il ruolo dei terpeni nella pianta di cannabis
Il proibizionismo della marijuana
La storia ci insegna che gli interessi economici possono rigirare uno stato, o l’intero mondo, in un istante e così accadde alla cannabis e alla sua reputazione eco-sostenibile.
Pare che fu per via della catena americana Hearst, leader nella fabbricazione di carta derivante da legno, che la cannabis fu lentamente discriminata.
Lo scopo era quello di mettere la pianta in cattiva luce per i suoi effetti psicoattivi, in modo tale da liberare la strada per la fortuna della nuova carta da legno.
Il termine “marijuana” nacque in questo periodo, un nome volutamente messicano, e fu utilizzato come espediente e causa di alcuni efferati delitti del tempo.
Ovviamente si trattò di giornalismo strumentalizzato, mirato a mettere il Messico (allora rivale degli USA in una guerra di confine chiusa pochi anni prima) e quindi la marijuana, in cattiva luce.
Nel 1937 arrivò la prima legge contro la coltivazione e l’utilizzo della canapa, dopo che si comunicò all’opinione pubblica che il farmaco rilassante “Cannabis” conteneva marijuana.
Da qui in poi, negli USA e nel mondo, la canapa iniziò ad essere demonizzata.
Considerazioni finali
Come hai potuto leggere nelle righe precedenti, la cannabis ha una lunga storia dietro di sé, così come la sua crocifissione strumentalizzata per motivi economici.
Per nostra fortuna l’opinione pubblica al riguardo sta pian piano cambiando e molti paesi hanno aperto le porte alla canapa, in virtù delle sue caratteristiche duttili e della sua ecosostenibilità, e alla marijuana light.
In Svizzera la situazione è ancora in fermento ed è necessaria una legislazione più chiara sull’argomento, che tuteli i lavoratori e i consumatori dalla cannabis light.
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