Modificato il: 30/10/2023
CANNABICROMENE: QUALI SONO GLI EFFETTI DEL CUGINO DI THC E CBD?
Nel mondo dei fitocannabinoidi, il THC e il CBD tendono a ricevere la maggior parte dell’attenzione da parte dei consumatori di cannabis e di canapa light. Nei laboratori di analisi, tuttavia, altri cannabinoidi rivestono la stessa importanza, compreso un composto particolarmente abbondante noto come cannabicromene.
È interessante notare che il cannabicromene è in qualche modo unico tra i fitocannabinoidi e offre una serie di potenziali benefici terapeutici tutti suoi.
Questa guida esamina ciò che sappiamo sul cannabicromene, il cannabinoide che raramente è sotto i riflettori.
Innanzitutto che cos’è il cannabicromene (CBC)?
Il cannabicromene, talvolta abbreviato in CBC, è uno dei cannabinoidi non inebrianti più abbondanti presenti nella cannabis. L’acido cannabicromenico (CBCA) è anche una delle prime tre linee di fitocannabinoidi a svilupparsi nella pianta di cannabis, convertendosi da CBGA in CBCA insieme a THCA e CBDA.
Ma cos’è che lo rende così speciale?
Scoperto nel 1966 dai famosi ricercatori sulla cannabis Raphael Mechoulam e Yechiel Gaoni, il cannabicromene è unico rispetto ai suoi cugini perché non mostra alcuna interazione con i recettori dei cannabinoidi del sistema cannabinoide endogeno (ECS).
Nonostante ciò, il cannabicromene sembra offrire una serie di potenziali impatti terapeutici che lo rendono un composto importante in qualsiasi prodotto a base di cannabis ad ampio spettro (hashish, olio al CBD, creme).
Vediamo dunque di approfondire.
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Come funziona il cannabicromene?
Sebbene il CBC non produca il tipo di effetti psicotropi che hanno i cannabinoidi come il tanto conosciuto THC, esso ha mostrato un potenziale terapeutico negli studi sugli animali. Ma se non interagisce realmente con i recettori CB1 e CB2 presenti nel sistema endocannabinoide, come funziona allora il cannabicromene?
Invece di interagire direttamente con i recettori dei cannabinoidi, il cannabicromene può inibire l’assorbimento dell’anandamide.
Aspetta, ‘l’anandami’ che? 🧐
Si tratta di un cannabinoide endogeno prodotto naturalmente dall’organismo, responsabile della regolazione di una serie di processi, dall’appetito all’umore. Se le osservazioni iniziali secondo cui il CBC inibisce l’assorbimento dell’anandamide sono effettivamente accurate, il cannabicromene potrebbe potenzialmente influenzare indirettamente l’ECS e le sue funzioni legate all’assorbimento dell’anandamide.
Ma c’è di più.
Alcune ricerche suggeriscono anche che il cannabicromene abbia un potenziale antinfiammatorio, come dimostrato in modelli animali. È interessante notare che ciò non è legato all’interazione del cannabicromene con i recettori dei cannabinoidi, bensì alla sua interazione con i canali cationici del potenziale recettoriale transitorio (TRP), in particolare TRPA1, TRPV1-4 e TRPV8.
L’affinità per i canali cationici TRP può anche far sì che il cannabicromene trovi applicazioni gastrointestinali, poiché funzioni come la motilità intestinale sono legate non solo ai canali cationici TRP, ma anche agli endocannabinoidi come l’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG).
Inoltre, il cannabicromene può offrire sollievo dal dolore grazie alla sua capacità di modulare la nocicezione, ovvero la sensazione di dolore, per l’appunto. Le sue qualità nocicettive sono mediate anche dai canali cationici TRP, in particolare TRPV1 e TRPA1. Infine, sappiamo che il THC è anche efficace nell’alleviare il dolore legato a un’ampia gamma di condizioni, per cui i ricercatori sospettano che il CBC possa essere in grado di potenziare queste caratteristiche attraverso l’effetto entourage.
Come fanno i laboratori a testare la potenza del cannabicromene?
Per determinare i livelli di cannabicromene durante la profilazione dei fitocannabinoidi, i laboratori di analisi devono condurre un test di potenza.
Ma come funziona?
In sostanza, questo viene generalmente eseguito utilizzando un processo noto come cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC), che prevede l’uso di un solvente per estrarre i fitocannabinoidi contenuti nel campione.
La miscela risultante viene quindi fatta passare attraverso una matrice solida, separando i singoli composti l’uno dall’altro sulla base delle loro diverse masse. Poi, utilizzando la luce ultravioletta (UV), gli analisti identificano ogni singolo composto e lo quantificano mentre si degrada e si converte.
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Conclusioni
In questo articolo abbiamo parlato di un cannabinoide a molti sconosciuto: il CBC.
In effetti, il cannabicromene potrebbe non aver condiviso i riflettori con i suoi cugini THC e Cannabidiolo, ma una cosa è certa: esso rimane un composto cruciale nella cannabis e uno dei più abbondanti. Come abbiamo visto all’interno di questo articolo, il suo meccanismo d’azione unico e l’affinità per il canale cationico TRP sono indici della sua capacità di offrire benefici unici che potrebbero essere particolarmente efficaci per alcuni consumatori.
Per cui, si dovranno attendere ulteriori studi e approfondimenti, ma ggi risultati sembrano già essere promettenti!
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