Modificato il: 14/09/2023
DA COSA NASCE QUESTA CREDENZA DIFFUSA TRA I CONSUMATORI DI CANNABIS
In molti Paesi del mondo è ormai consentito dalla legge fare uso di marijuana sia a uso terapeutico che ricreativo.
Per quanto riguarda, però, diversi contesti, quali competizioni sportive o test di ammissione a determinate professioni, la rilevazione della cannabis nelle analisi del sangue o delle urine continua a rappresentare un problema. A livello agonistico, ad esempio, l’uso di marijuana è considerato doping a tutti gli effetti.
In questo articolo ti parlo dei tempi di rilevanza del THC nell’organismo, di come funziona lo smaltimento dei metaboliti da parte dell’organismo e delle basi – attendibili o meno – sulle quali si fonda la convinzione che lo zinco possa in qualche modo intervenire in questo meccanismo.
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Per quanto tempo il THC è rilevabile nell’organismo?
Non esiste una risposta a questa domanda. O almeno non una che sia sempre valida. Il tempo per cui è possibile individuare la tracce del THC dipende da due fattori: dalla frequenza con cui viene assunta e dalla tipologia di test a cui si viene sottoposti.
Ne esistono, infatti, di diversi tipi: test salivari e delle urine, e analisi del sangue e del capello. Vediamo di seguito i dettagli di ciascuna tipologia.
1. Test salivare
Effettuando questo tipo di test, il THC è rilevabile per:
- 1-3 gg nei fumatori occasionali;
- fino a 29 gg nei fumatori cronici.
2. Test delle urine
Questo è di gran lunga il più comune e mantiene traccia del consumo di cannabis per:
- 3 gg nei fumatori occasionali (da 1 a 3 volte alla settimana);
- 5-7 gg nei fumatori moderati (4-5 volte alla settimana);
- 10-15 g nei fumatori cronici (una volta al giorno);
- oltre 30 gg nei fumatori cronici pesanti (più volte al giorno ogni giorno).
3. Analisi del sangue
Questo tipo di analisi, invece, è poco utilizzato perché ha costi decisamente più elevati rispetto agli altri.
Solitamente il THC risulta rilevabile per 1-2 gg dall’ultima assunzione, ma c’è chi dice che sia stato identificato anche dopo 25 gg. Anche in questo caso, molto dipende dalla frequenza degli episodi di assunzione.
4. Analisi del capello
Queste analisi sono le più accurate e di conseguenza anche più temute da chi fa un uso, seppur sporadico, della cannabis.
Per effettuare l’analisi del capello, vengono prelevate poche ciocche da diversi punti della testa e, attraverso alcuni esami, è possibile rintracciare tracce di cannabis risalenti anche a 4 mesi prima.
Insomma, difficile superarlo per chiunque ne abbia fatto uso.
In passato, infatti, alcuni hanno tentato il tutto per tutto pur di sfuggirgli e hanno, quindi, pensato di radersi completamente i capelli. Ma non è servito a nulla. In questa eventualità, verrebbero prelevati peli pubici o ascellari che, crescendo molto più lentamente dei capelli, peggiorerebbero la situazione.
Leggendo sul web, però, fioccano tecniche che sembrerebbero in grado di velocizzare lo smaltimento del THC.
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Come funziona l’eliminazione del THC dall’organismo?
Come hai letto sopra, il tempo in cui il THC è rilevabile nell’organismo dipende da diversi fattori e così anche il suo smaltimento.
Il principale fattore capace di ridurre o dilatare i tempi di eliminazione del THC è il metabolismo, che, come sai, non funziona per tutti allo stesso modo. Ovviamente, poi, maggiore sarà la quantità assunta e più lunghi saranno i tempi di smaltimento. Inoltre, come dicevo poc’anzi, anche il tipo di test e la sua sensibilità giocano un ruolo importante.
Secondo molti, pare che accorgimenti come fare la sauna, bere bibite drenanti e praticare dello sport regolarmente accelerino il processo di smaltimento dei residui di THC.
Vediamoli più da vicino.
- Fare una sauna. Sudare, infatti, pare essere molto utile per eliminare metaboliti e tossine.
- Bere tisane drenanti. Chi sceglie questo metodo riferisce di berla almeno una volta al giorno per espellere, tra le altre cose, anche il THC residuo.
- Anche l’acqua ha il potere di eliminare le scorie tossiche dall’organismo. Sembra che bere molto, infatti, diluisca le urine rendendo meno individuabili le tracce di THC.
- Praticare attività fisica. Secondo molte teorie che si possono leggere sul web, andare una volta al giorno a fare una corsetta o magari un bel giro in bicicletta risveglia il metabolismo e induce la sudorazione, due aspetti fondamentali per lo smaltimento del THC dall’organismo.
- Assumere carbone attivo. Anche conosciuto come carbone vegetale, questo integratore è molto utilizzato per eliminare il gonfiore addominale e disintossicare l’organismo.
Attenzione, però, che potrebbe ostacolare l’assorbimento dei principi attivi degli eventuali medicinali assunti in concomitanza.
Tra i rimedi consigliati per lo smaltimento del THC troviamo anche l’assunzione di zinco. Secondo molti, questo integratore potrebbe alterare i risultati delle analisi delle urine. Ma cosa sappiamo in merito?
Lo zinco elimina davvero il THC?
La teoria secondo cui lo zinco sarebbe in grado di produrre un falso negativo nei risultati delle analisi delle urine è ormai molto diffusa. Ma esistono prove al riguardo?
Sì, esistono. Nel 2011, infatti, il Journal of Analytical Toxicology ha condotto uno studio che ha confermato l’ipotesi.
Con la ricerca è stato appurato che lo zinco è perfettamente in grado di occultare le tracce dei metaboliti di diverse sostanze stupefacenti, tra cui il THC.
I ricercatori hanno dimostrato che, mescolando l’urina risultata positiva ai test antidroga con una soluzione di solfato di zinco, e ripetendo poi i test, si ottengono risultati negativi.
Ma si può ipotizzare lo stesso risultato, se lo zinco venisse assunto per via orale?
In una fase successiva dello studio è stato scoperto che sì, lo zinco può mascherare la presenza dei metaboliti, anche se ingerito e non solo, quindi, se aggiunto all’urina poco prima dei test.
Stando a quanto rilevato, pare che integrando una determinata dose di zinco – direttamente proporzionale alla quantità di THC assunto – sia possibile falsare il risultato del test. L’assunzione, però, sembra dover avvenire tra le 12 e le 18 ore precedenti al prelievo del campione.
Insomma, la teoria è ora confermata scientificamente, anche se pare che calcolare la giusta quantità da assumere per ottenere il falso negativo resti piuttosto complicato.
In conclusione, lo zinco aiuta a rimuovere il THC dall’organismo?
Venire a sapere di un test antidroga improvviso può essere davvero preoccupante. Anche se il tuo paese consente l’assunzione, esistono molti contesti in cui può essere richiesto il test antidroga e, in questo caso, conviene arrivare preparati.
La permanenza del THC nell’organismo varia in base a diversi fattori, come la quantità di THC assunto, la velocità del metabolismo e la tipologia di analisi a cui si viene sottoposti.
Ma esistono sostanze in grado di alterare la concentrazione di THC nelle urine?
Decisamente sì. E tra le diverse tecniche che si possono leggere su internet, quella dell’assunzione di zinco è addirittura provata scientificamente. Assumere questo integratore, infatti, riduce notevolmente la visibilità dei metaboliti, arrivando a produrre anche risultati falsi negativi.
Calcolare la giusta quantità di zinco da assumere, però, sembra essere molto difficile.
Per rispondere alla domanda iniziale, quindi, dobbiamo precisare che no, lo zinco non aiuta a rimuovere il THC dall’organismo. Maschera semplicemente i metaboliti durante l’analisi delle urine.
Per essere più chiari, anche ottenendo un falso negativo, eventuali ulteriori test, come del sangue o del capelli, risulterebbero positivi, rivelando certamente la presenza del THC.
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